La maggior parte dei cambiamenti esulano dalla nostra capacità di recepire i segnali che ci circondano. Altre volte i cambiamenti sono di portata enorme, cosicché nemmeno l’occhio più distratto può non accorgersene. Il giudizio che possiamo darne dipende da innumerevoli variabili, ad esempio la nostra situazione precedente al cambiamento, la nostra formazione politica, morale, religiosa, ma in ogni caso, dal big bang in poi, in questo pianeta i cambiamenti si sono succeduti senza opposizione di sorta. A volte si è pensato che tutto potesse tornare come prima, vedi Restaurazione nell’ottocento, altre volte si è tentato di cavalcare l’onda per deviarla a proprio piacimento, come nel primo dopoguerra, provocando solamente danni. Vivere in un momento di cambiamento può comportare innumerevoli occasioni per chi sa coglierne i frutti, ma anche sofferenza. Di sicuro, la dissoluzione dell’impero romano innescò il processo della nascita dello stato moderno, la guerra dei trent’anni nel seicento pose fine alle lotte religiose in europa, ma che ne fu di chi visse/subì quei cambiamenti? Oggi le guerre non si fanno più, le battaglie si combattono in borsa e i generali sono finanzieri. Stanno cambiando molte cose: i rapporti, la comunicazione, gli affetti, il lavoro e tutto ad una velocità impressionante, impensabile fino a pochi decenni fa. Non mi pare azzardato paragonare il mondo ad una locomotiva partita lentamente (non dimentichiamo che per assumere la posizione eretta l’uomo ha impiegato milioni di anni), ma in costante accelerazione. Veloce, veloce, sempre più veloce. No, non intendo lamentarmi, so benissimo che il mondo va avanti e tanti sono gli aspetti positivi del progresso. Solo che ognuno è fatto alla sua maniera ed io, sinceramente, i cambiamenti un pò li soffro. Ma ripeto: panta rei, tutto scorre, come in un fiume. Adoro i fiumi. Già, adoro osservarli, seduto. Appunto.
“De Boieldieu: Temo che nè voi nè io arresteremo la marcia del tempo.
Von Rauffenstein: Boieldiue… non so chi vincerà questa guerra, ma la fine, qualunque essa sia, sarà la fine dei Rauffenstein e dei Boieldieu.
De Boieldieu: Può darsi che il mondo non abbia più bisogno di noi.
Von Rauffenstein: E voi non trovate che sia davvero un peccato?
De Boieldieu: Forse…” [dal film “La grande illusione”, Renoir]
Se tu ne scrivi, vuol dire che li cogli, eccome, i cambiamenti in atto. Forse ne soffre di più chi li percepisce meglio.
è vero, la sensibilità provoca sempre qualche problema….
ovviamente tutti abbiamo bisogno di una certa stabilità, bisogno che cresce col tempo e col diminuire della nostra capacità di reagire al mondo che cambia.
ma, altrettanto ovviamente, nessuno può rimanere immobile. probabilmente chi resta più fermo nel movimento, si ritroverà più lontano e scombussolato rispetto a dove voleva essere….
non credo ci sia una ricetta per gestire il cambiamento, l’eterogenesi dei fini è sempre in agguato, ma almeno si può provare.
beh, tutto questo movimento porta sicuramente ad uno stato di affaticamento. Ricette sicuramente non ce ne sono, magari consigli. E quello che mi sento di dare (a me stesso in primis) è: cammina, corri, violentati, ma non restare fermo….
Ogni cambiamento comporta una perdita, ma anche delle acquisizioni. No problem: ci adatteremo…
non è sempre facile.. ma non si può fare altrimenti…
I cambiamenti sono necessari. Si, spesso sono dolorosi, ma non possiamo farne a meno…
Il fatto è abituarsi.. al giorno d’oggi ce ne sono quasi troppi…
Vivere i cambiamenti, ossia non lasciarli scorrere semplicemente, ma attivamente viverli è necessario ed è vitale. L’importante è aver trovato se stessi, in modo da poter partecipare, senza lasciarsi cambiare!!
è la ricetta giusta, ma non è mai facile non lasciarsi travolgere o rimanere indietro… ma va fatto proprio così…
ahhhh per me il tempo va sempre troppo lento! il cambiamento è evoluzione (ma non mi riferisco alle mode) è che c’è troppa vita da vivere e il tempo non mi basta. Mutare è necessario, soprattutto quando qualcosa ti fa male, ma so anche fermarmi e assaporare il meglio che la vita mi offre.
Diciamo che la vita è un treno pieno di fermate.
bellissima frase blanca. Mutare, cambiare, fermarsi… ah, che difficoltà…
è vita.
Sono lieto del tuo spirito positivo, te lo dice un “pessimista felice”.
E’ vero, il cambiamento è talmente connaturato ai fenomeni del cosmo che la fisica quantistica ci ha rivelato quanto poco abbiamo capito finora di ciò in cui siamo immersi.
Sono ottimista per l’universo, per la razza umana…un filino di meno, dopotutto 🙂
alex
La penso esattamente come te. Anche a me piace definirmi un pessimista felice, mi sembra adatto a chi guarda avanti ma con l’accortezza di non dimenticare mai quello che è stato