Di fiumi è pieno il mondo. Quello dei vivi e pure quello dei morti. Ci sono fiumi che attraversano l’inferno, altri che scendono dalle montagne come una lacrima e fendono la pianura come una colata d’argento. Ci sono fiumi la cui acqua è in grado di cancellare i ricordi e fiumi capaci di purificare dai peccati. I cinesi sulla riva del fiume attendono il cadavere del loro nemico, i coloni inglesi in America vi costruirono la città più grande del mondo. Il fiume è vita e morte. I romani raccontavano che il fondatore della città eterna fu portato dalle correnti del Tevere, mentre Cesare, per fondare l’Impero, dovette attraversare un fiume di nome Rubicone. Quando poi lasciavano le spoglie terrene, romani o greci che fossero, i defunti dovevano attraversare un paio di fiumi per poter finalmente riposare in pace.
Sul rapporto che ha legato il fiume e l’umanità ci sarebbe un’infinità di cose da raccontare. Ma di questo troverete dissertazioni in ogni dove. A mio parere il fiume è anche una cosa personale, metaforica. (altro…)