Due storie di due persone divise da soli cento chilometri.
Da una parte c’è una signora di settant’anni, forse qualcuno in più. Non li porta bene o, forse, non si tiene a dovere. Abita in un paese di centocinquanta anime, centottanta nel fine settimana. Va da sé che il borgo non offre molto e chi non ha la patente deve gioco forza dipendere da altri o vivere esiliato come fosse al confino. La signora è pensionata, non ama leggere e il suo unico passatempo è la televisione. A dire il vero, le cose non stanno proprio così. Il vero passatempo della signora è la vita degli altri paesani. Non che le storie dei paesi limitrofi non la interessino, ma è materiale di seconda mano, roba che ha già attraversato chissà quante orecchie prima di arrivare alle sue. La casa della signora è situata all’inizio del borgo e la finestra della cucina si affaccia sull’unico parcheggio disponibile. La signora conosce orari e abitudini di tutti e giunta la sera, a chi glielo chiedesse, saprebbe senza esitazione riportare tipologie e colori dei capi indossati dai compaesani nell’arco della giornata. Il piatto più ricco è rappresentato dai forestieri. Si da il caso, infatti, che il paese in questione venga ricordato nelle guide turistiche e che ogni tanto qualche spaesato cittadino vi faccia una puntata. Accade soprattutto la domenica e questo la Signora lo sa e dovreste preoccuparvi se dalle ore tredici alle quindici del giorno del Signore non la troviate affacciata alla finestra della cucina in estate o appiccicata al vetro durante le stagioni fredde. A chi si azzarda a chiedere cosa ci faccia appostata per ore a quella finestra, la signora risponde sempre allo stesso modo: “Attendo al minestrone.” (altro…)
Posts Tagged ‘mondo’
Piccolo mondo antico vs. Breaking news
Posted in Vaneggiamenti, tagged antichità, breaking news, frenesia, modernità, modi di vivere, mondo, notizie on febbraio 21, 2014| 2 Comments »
Cambiamento
Posted in Grammofono, tagged bob dylan, cambiamento, de boieldieu, dialogo, guerra, la grande illusione, mondo, renoir, the times they are a-changing, von rauffenstein on gennaio 28, 2013| 15 Comments »
La maggior parte dei cambiamenti esulano dalla nostra capacità di recepire i segnali che ci circondano. Altre volte i cambiamenti sono di portata enorme, cosicché nemmeno l’occhio più distratto può non accorgersene. Il giudizio che possiamo darne dipende da innumerevoli variabili, ad esempio la nostra situazione precedente al cambiamento, la nostra formazione politica, morale, religiosa, ma in ogni caso, dal big bang in poi, in questo pianeta i cambiamenti si sono succeduti senza opposizione di sorta. A volte si è pensato che tutto potesse tornare come prima, vedi Restaurazione nell’ottocento, altre volte si è tentato di cavalcare l’onda per deviarla a proprio piacimento, come nel primo dopoguerra, provocando solamente danni. Vivere in un momento di cambiamento può comportare innumerevoli occasioni per chi sa coglierne i frutti, ma anche sofferenza. Di sicuro, la dissoluzione dell’impero romano innescò il processo della nascita dello stato moderno, la guerra dei trent’anni nel seicento pose fine alle lotte religiose in europa, ma che ne fu di chi visse/subì quei cambiamenti? Oggi le guerre non si fanno più, le battaglie si combattono in borsa e i generali sono finanzieri. Stanno cambiando molte cose: i rapporti, la comunicazione, gli affetti, il lavoro e tutto ad una velocità impressionante, impensabile fino a pochi decenni fa. Non mi pare azzardato paragonare il mondo ad una locomotiva partita lentamente (non dimentichiamo che per assumere la posizione eretta l’uomo ha impiegato milioni di anni), ma in costante accelerazione. Veloce, veloce, sempre più veloce. No, non intendo lamentarmi, so benissimo che il mondo va avanti e tanti sono gli aspetti positivi del progresso. Solo che ognuno è fatto alla sua maniera ed io, sinceramente, i cambiamenti un pò li soffro. Ma ripeto: panta rei, tutto scorre, come in un fiume. Adoro i fiumi. Già, adoro osservarli, seduto. Appunto.
“De Boieldieu: Temo che nè voi nè io arresteremo la marcia del tempo.
Von Rauffenstein: Boieldiue… non so chi vincerà questa guerra, ma la fine, qualunque essa sia, sarà la fine dei Rauffenstein e dei Boieldieu.
De Boieldieu: Può darsi che il mondo non abbia più bisogno di noi.
Von Rauffenstein: E voi non trovate che sia davvero un peccato?
De Boieldieu: Forse…” [dal film “La grande illusione”, Renoir]