Pubblico un post che ho scritto pochi giorni fa per il blog di sport e altro inzonacesarini.wordpress.com, dove ho una piccola rubrica dal nome “Caro Diego, se tu, Ernst ed io…”
C’è qualcosa di strano nel prendere una bicicletta a Parigi, in una di quelle domeniche di finta primavera come solo il nord sa regalare e andare fino a Roubaix, più di duecento chilometri a est, al confine col Belgio. C’è qualcosa di insano e irrituale nel non prendere la superstrada o che ne so la statale e cercare, invece, le strade dimenticate da Dio, strette, manco asfaltate perché lasciate a pavè, lastroni di pietra sistemati, quando possibile, uno accanto all’altro. C’è qualcosa di incosciente nel cacciarsi, insieme ad un gruppo di cento e più persone, a tutta velocità in un imbuto dove la strada, di colpo, non è più asfaltata, non è più larga di un paio di metri e tutto attorno è foresta, foresta verde e umida, di quelle che non fanno concessione alle diavolerie moderne e le telecamere le cacciano indietro, in fondo al gruppo, a filmare chi…
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Alla fine, caro Allegria, tutto ciò che conta veramente, in fondo, è tutto ciò che è poetico, nel vivere. Tutto il resto è solo un supporto burocratico.
bellissime parole sante
Belle parole e bellissimo anche il primo commento !
Grazie mille.. si, molto bello il commento di Diego
La corsa più bella. Molto bello.